TS Italia sostiene le popolazioni flagellate dall’alluvione del 2018

Dell’alluvione del 2018 che ha colpito il nostro Paese si parlerà a lungo; i mass-media non hanno forse saputo dare la giusta risonanza all’evento e mostrare davvero l’entità del disastro che ha sconvolto e che ancora sta sconvolgendo intere comunità.

TS Italia ha la propria sede in Veneto, una delle regioni più flagellate, se non la più colpita in assoluto. Qui, e in tutto il nord-est, la portata dell’evento è stata più che storica: si è trattato di qualcosa di mai visto prima, di cui non si ricorda uguale a memoria d’uomo. I dati pluviometrici, così come i ricordi degli anziani, ci confermano che il terribile evento alluvionale del 1966 è stato qualcosa di nettamente inferiore, a tutto questo. A salvare le grandi città, diversamente da quanto accadde in passato, in moltissimi casi è stata solamente l’accurata attività di prevenzione e di ponderata gestione del territorio.

Le splendide Dolomiti e le dorsali Prealpine, oltre alla vicina Carnia e alle valli del Trentino-Alto Adige, insieme costituiscono il grande polmone verde del nord-est, un immenso palcoscenico di natura e bellezza che infinite volte ci ha accolto, regalandoci alcuni dei più cieli più spettacolari di sempre; ebbene questi luoghi, un territorio così complesso e bellissimo, non hanno potuto reggere l’urto del maltempo, davvero troppo poderoso.

Nel solo territorio bellunese, a noi vicinissimo, vero cuore e baricentro delle Dolomiti, decine di cittadine e di villaggi sono rimasti isolati per giorni interi, senz’acqua potabile, elettricità e riscaldamento; e ciò, al sopraggiungere delle prime nevi stagionali. Circa 60.000-100.000 persone sono state qui coinvolte: decine di migliaia di persone sono rimaste bloccate in piccoli centri urbani e villaggi, completamente isolati, senza acqua ed elettricità, invasi dagli smottamenti; circa 2000 strade sono state devastate, ostruite e rese impercorribili, con fondi stradali divelti centinaia di alberi abbattuti sulle carreggiate e decine di ponti letteralmente trascinati a valle dalla furia dell’acqua; innumerevoli edifici hanno subito danni rilevanti, con tetti scoperchiati, pareti fessurate e a volte intere porzioni di edifici crollate.

Una stima preliminare parla di circa 14 milioni di alberi abbattuti dalla furia dei venti, tra Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Trentino Alto-Adige e alta Lombardia; venti soffiati in quasi ogni vallata coinvolta con la forza di un tornado F4, in amplissima parte concentratisi sulle valli dell’alto bellunese e dell’alto vicentino, del trentino e dell’alto udinese. Incalcolabili sono i danni arrecati al patrimonio naturalistico e ambientale: si valuta in circa un secolo il tempo necessario all’ambiente per riconquistare gli spazi perduti. In Val Visdende (Belluno), nell’Agordino (Belluno), nella foresta di Paneveggio (Trento), centinaia di migliaia di immensi abeti e larici sono stati appiattiti come comuni fili d’erba da una gigantesca e implacabile mano invisibile e si stima fino ad un 40% di patrimonio boschivo perduto, in alcune aree. Nel solo Altopiano di Asiago (Vicenza), circa il 10% dell’intera, immensa area boschiva è stato raso al suolo.

In pianura, lungo i grandi fiumi del trevigiano e del veneziano, innumerevoli case sono state invase da acqua e fango, in alcuni casi anche fino ad oltre il secondo piano e con esse intere esistenze sono state svuotate. Come un anziano non vedente, che ha perso con la sua abitazione attrezzata anche solo la possibilità di arrivare nuovamente, un giorno, alla cucina senza un aiuto esterno. Senza contare la sventura di chi per un albero caduto ha perso la propria vita o quella di un proprio caro. Campi coltivati, vigne e aziende sono state seppellite da anche oltre 60 centimetri di limo, che con il defluire dell’acqua sta assumendo l’aspetto di una gigantesca colata di calcestruzzo.

Alcune di queste zone sono al momento del tutto irriconoscibili, sconvolte. Ve lo assicura un profondo conoscitore di questa terra; uno di quelli con radici, che la ama senza sé e senza ma.

Una primissima e assolutamente sommaria valutazione dei danni, indica per il Veneto una somma paria a circa un miliardo di euro. Di fronte ad eventi di questo tipo, che altro si può fare se non stringere in un abbraccio di vicinanza e di solidarietà chi ha visto la propria abitazione, la propria comunità, il proprio territorio flagellati e sconvolti? La propria vita, strappata via e portata a valle da un implacabile fiume di acqua e fango…

Ebbene, noi di TS Italia vogliamo dare il nostro piccolo contributo, nella speranza di poter fornire un seppur piccolo ma efficace supporto a un territorio che tanto ha dato, a noi per primi. Per questo motivo abbiamo deciso che per ogni ordine inoltrato nel mese corrente, doneremo una somma pari a 4€ a chi si occupa della gestione della crisi, nella speranza di aiutare a riportare, anche solo un po’ più velocemente, i territori flagellati alla normalità.

Ringraziamo sin d’ora di cuore chi vorrà partecipare con noi a questo sforzo di solidarietà, in qualunque modo e a qualsiasi titolo.

Per chi volesse farsi un’idea delle calamità avvenute sui nostri monti, ecco un link di non poca rilevanza, per autorevolezza: si tratta di un servizio della CNN.
Per chi volesse avere un’idea della dimensione dell’esondazione dei fiumi, un reportage aereo dei VV.FF. sull’esondazione del Piave.
Infine, per avere un’idea della portata dell’evento in azione, un video che mostra il deflusso del sovraccarico del fiume Adige nel Lago di Garda: si tratta di una sorta di “troppo pieno” di uno dei fiumi a rischio esondazione, ma mai neppure esondato. E ciononostante, parliamo di qualcosa come 350 m³/secondo.

Grazie di cuore a tutti.

 

LUCA ZANCHETTA
Responsabile di TS Italia