Guida per il collegamento e il controllo remoto di montature SkyWatcher

Ringraziamo il nostro grande amico Pierluigi De Ioris che ci spiega tutti i passaggi per poter effettuare comodamente il controllo da remoto delle montature Skywatcher.

1. Introduzione

Questo documento vuole essere una piccola guida per le persone che hanno la necessità di comandare il proprio telescopio con un computer.

Al di là della comodità di poter osservare una carta del cielo sullo schermo e puntare direttamente l’oggetto, un altro innegabile vantaggio sta nella possibilità di remotizzare completamente l’utilizzo del proprio telescopio.

Ci sono naturalmente anche altri risvolti che vederemo più avanti e che rendono il collegamento al computer assolutamente vantaggioso.

Naturalmente esistono decine e decine di video tutorial su YouTube che spiegano questo argomento ma ho voluto fare questa piccola guida perché ho pensato ad un approccio leggermente diverso.

Inoltre credo che avere un documento sempre a portata di mano con i relativi screenshot sia una comodità certamente maggiore.

Per esempio non si è costretti a tornare in quel determinato punto del video per capire quel passaggio che non era chiaro.

Questo penso sia davvero un bel vantaggio.

2. Hardware e software necessario

Il collegamento del computer alla montatura (ricordiamo sempre che il software che utilizzeremo è specifico per montature SkyWatcher) prevede l’utilizzo di un cavo EQMOD come da immagine seguente.

Quello che ho preso io nello specifico è un cavo Pegasus Astro per montature Skywatcher HEQ5 Syntrek / PRO, NEQ6 Syntrek / PRO, AZ EQ6-GT ed EQ8.

Alla fine del documento troverete tutti link sia per il software necessario e sia per il cavo.

Cavo EQMOD Pegasus Astro

Il cavo deve essere collegato alla porta USB del computer (Piattaforma Windows) e, dall’altra estremità, sulla porta dove comunemente collegate la pulsantiera o l’adattatore WI-FI.

Non è necessaria l’installazione di alcun driver perche Windows 10 (e successivi) riconoscono il cavo come periferica “seriale” ed assegnano automaticamente il relativo numero di porta.

Dovremo ricordarci di questo numero in fase di configurazione del software.

E’ possibile che il controllo remoto funzioni anche con il collegamento più classico e cioè cavo USB dal computer verso la porta USB della pulsantiera e poi cavo della pulsantiera verso la porta della montatura.

In questo caso la pulsantiera dovrebbe essere messa in “PC Direct Mode” e quindi il suo utilizzo sarebbe comunque precluso.

3. Configurazione

Per prima cosa avviamo GS Server.

Per questa guida utilizzeremo per praticità il simulatore di telescopio ma non cambia assolutamente nulla rispetto al collegamento con la montatura reale.

Questa è la schermata principale del software appena effettuata la connessione (in questo caso con il simulatore).

Da questo momento è possibile configurare i moduli che ci interessano.

Il modulo “Main” è attivo di default.

Ho aggiunto solo il modulo “Gamepad” che ci permetterà di controllare il movimento del nostro telescopio con un gamepad del tipo utilizzato per le consolle da gioco.

Una delle cose interessanti è la rappresentazione in 3D della posizione reale del nostro telescopio rispetto agli assi Nord-Sud-Est-Ovest.

Visibile sulla destra e particolarmente utile se siamo lontani dal telescopio.

Attraverso il tab “Options” è possibile configurare i moduli che ci interessano.

Nella sottosezione “Options” all’interno della finestra è possibile impostare alcune preferenze.

Per la precisione “No Sleep Mode” attivato impedirà al computer di andare in risparmio energetico durante il funzionamento.

“Start window on top” attivato farà si che, al lancio di Stellarium, avremo la finestra di GS Server in primo piano rispetto a Stellarium.

Questo ci consentirà di avere subito i tasti in primo piano pronti per il controllo del telescopio.

“Home warning on” invece è una funzione che ci ricorda , ad ogni lancio del server, che la nostra posizione “home” è quella canonica con la barra dei contrappesi in basso e l’ottica puntato verso nord.

In “Language” si può anche impostare la lingua in italiano ma io ho preferito lasciarla in inglese per evitare piccole “distorsioni” sull’interfaccia dovute alle parole italiane mediamente più lunghe di quelle inglesi.

In “Theme Colors” naturalmente è possibile configurare i colori dell’interfaccia impostandoli a proprio piacimento.

Cliccando sulle tre linee in alto a sinistra del tab “Main” si accede alle impostazioni di collegamento e di configurazione.

La più importante è “Com Port” ed è quella che ci permette di scegliere la porta di collegamento con la montatura.

Un valore errato in questo campo impedirà la connessione con la montatura.

“Baud Rate” dovrà essere impostato a 9600.

In “Observatory Location” potremo invece impostare le coordinate del nostro punto di osservazione inserendole manualmente oppure prelevandole automaticamente da una eventuale chiavetta GPS inserita nel computer.

Si potranno modificare anche le velocità di inseguimento Siderale, Solare e Lunare ma sconsiglio vivamente di farlo per ovvie ragioni.

Infine potremo creare dei “preset” di posizionamento del nostro telescopio attraverso la funzione “Park Position” per poterli richiamare rapidamente in caso di necessità.

Nel tab “Gamepad” potremo configurare tutti i tasti di un gamepad normalmente utilizzato per le consolle da gioco.
Questo ci consentirà di pilotare il nostro telescopio con il gamepad e sarà una cosa certamente molto utile perché , una volta effettuato il collegamento con il cavo EQMOD, perderemo la possibilità di utilizzare il tastierino.
Specialmente nelle fasi di allineamento del telescopio sarà molto utile avere una telecomando tra le mani per effettuare le correzioni necessarie.

4. Funzionamento

Dopo aver lanciato Stellarium potremo aggiungere il nostro telescopio in Impostazioni di configurazione → Plugin → Controllo Telescopio. Qui aggiungeremo il nostro telescopio selezionando il tipo ASCOM.

Più in basso vi verrà chiesto di dare un nome al vostro telescopio e di sceglierlo all’interno della piattaforma ASCOM. Qui dobbiamo selezionare ASCOM GS Sky Telescope.

Abbiamo completato la nostra configurazione. Ogni volta che lanceremo Stellarium si aprirà automaticamente anche l’interfaccia di GS Server e non ci resterà che cliccare sulla piccola icona a forma di telescopio nella toolbar di Stellarium.

Si aprirà l’interfaccia di puntamento e dovrete avere una schermata che comprende tutte le finestre che vedete in alto. A questo punto dovremo effettuare l’allineamento a 3 stelle per avere la massima precisione di inseguimento. Questo allineamento in condizioni normali veniva effettuato dal tastierino (che ora non abbiamo più) o dall’app SynScan Pro. Naturalmente non abbiamo neanche più quella perché la porta dell’adattatore SynScan è occupata dal cavo EQMOD.

Procederemo quindi ad allineare a 1,2,3 stelle direttamente dentro Stellarium in modo forse anche più semplice.

Selezioniamo una stella (chiaramente quella più luminosa possibile) e clicchiamo su “Oggetto corrente” e poi su “Punta”. Il telescopio si muoverà verso la la stella e , con un pò di fortuna , la troveremo nel cercatore. A questo punto con il vostro gamepad o con i tasti sullo schermo potrete centrare esattamente la stella nell’oculare. Fatto questo non vi resta che premere il tasto “Sync” per allineare l’oggetto di Stellarium con la reale posizione nel cielo. Ripetete l’operazione per il numero di stelle voluto e il nostro telescopio sarà allineato.

Da questo momento in avanti siete pronti per la vostra osservazione o sessione fotografica e potrete puntare un oggetto allo stesso modo in cui avete fatto l’allineamento.

In realtà ogni volta che punterete un oggetto e ricalibrerete con il tasto Sync aumenterete il livello di precisione di allineamento. Avremo quindi un allineamento a N stelle e col crescere di N la precisione sarà sempre maggiore.

5. Conclusioni e link utili

Abbiamo visto come configurare il controllo del telescopio con una applicazione alternativa al classico EQASCOM. Non sono entrato nel dettaglio delle funzioni disponibili nei due sistemi perché questo sarà compito di chi vorrà provare i due software in modo approfondito. Personalmente trovo EQASCOM sicuramente ben fatta dal punto di vista tecnico ma abbastanza fastidiosa nella sua interfaccia utente. Sempre secondo il mio parere naturalmente.

Spero di non avere tralasciato nulla e di aver illustrato almeno i punti necessari al raggiungimento dell’obbiettivo.

Cieli sereni!

Pierluigi De Ioris

Di seguito i link necessari per seguire la guida.

Cavo EQMOD Pegasus per Az-Eq6 – Eq8 – Heq5

GS Server

Stellarium

Gli strumenti per iniziare ad osservare il cielo – Chiacchiere Astronomiche con l’Associazione Astrofili Vittorio Veneto

Insieme agli amici dell’Associazione Astrofili Vittorio Veneto, andremo a vedere quali sono gli strumenti con cui iniziare proficuamente ad osservare il cielo.

Per guidarvi nella scelta del primo strumento e non solo.

Nel corso del video vedremo:
– le basi dell’osservazione astronomica
– alcuni testi per iniziare ad avvicinarsi al mondo dell’astronomia
– pregi e difetti delle principali tipologie di strumenti
– alcuni telescopi fino ai 500€
– qualche cenno di strumentazione più avanzata
– digressioni su storia ed evoluzione della strumentazione astronomica

Buona visione a tutti.

 

https://www.youtube.com/watch?v=ZCFVhgwcwdA

Chiacchiere Astronomiche - Gli strumenti per iniziare ad osservare il cielo

Chiacchiere Astronomiche – Gli strumenti per iniziare ad osservare il cielo

Sole in H-alpha, ovvero: single-stack VS double-stack, un confronto diretto.

Chiunque ami le osservazioni solari sicuramente si sarà spesso chiesto: ma c’è un effettivo vantaggio, e se si, di che tipo, nell’utilizzo dei costosissimi sistemi con filtraggio DS (double-stack) rispetto ad un classico H-alpha?

Ebbene, i vantaggi ci sono, e se il setup è ben realizzato e correttamente settato, questi sono anche assolutamente evidenti!!!

Ce ne da una dimostrazione diretta, particolarmente di valore visto il periodo di relativa quiescenza della nostra stella, l’amico Salvatore Lauricella, astrofilo estremamente attivo e ottimo conoscitore del nostro Sole!

Buona lettura a tutti!

LUCA ZANCHETTA – TS Italia Astronomy

 


 
 
Per l’astrofilo interessato all’osservazione/fotografia solare il mercato offre diverse soluzioni, dagli economici filtri in AstroSolar a telescopi solari dedicati (ad un costo davvero elevato!). Personalmente, per le mie osservazioni/fotografie, ho scelto di dotarmi di diversi sistemi di filtraggio, che mi permettono di osservare/fotografare il Sole in tre diverse lunghezze d’onda:

– prisma di Herschel per le riprese in luce bianca;
– modulo Lunt CaK B1200 per la fotografia nella riga CaK;
– telescopio solare Lunt LS60THaPT/B1200 per la riga dell’H-alpha.

Le maggiori soddisfazioni si ottengono sicuramente con i filtri H-alpha, che permettono la visione di spettacolari fenomeni, anche quando la nostra stella si trova in un periodo di minima attività.
Ho usato con soddisfazione e per diversi anni il telescopio Lunt 60, davvero un piccolo gioiello! Questo strumento ha una banda passante di 0.70 Angstrom e la visione che offre è davvero mozzafiato.
Come accessorio opzionale, è possibile aggiungere un ulteriore filtro in modo da ottenere una banda passante ancora più stretta, di circa 0.50 Angstrom. Tale filtro è però molto costoso e per questo ho atteso molto prima di poterlo acquistare. Quelle che seguono sono le mie prime impressioni sull’uso del doppio filtro (DS o Double-Stack, in inglese).

Stamattina ho eseguito una brevissima osservazione solare, utilizzando il nuovo filtro Double Stack per il Lunt 60: giusto 10 minuti, prima che arrivassero le nuvole (e la pioggia).
La prima impressione è molto soddisfacente! È stato molto semplice raggiungere la corretta banda passante ed anche le immagini fantasma non sono state un problema! La visione con il double-stack all’oculare era significativamente più scura, rispetto al single-stack, ma non così buia come mi aspettavo. Il fondo cielo era decisamente meno luminoso, rispetto al rossore di fondo dato del single stack. Le caratteristiche del disco solare erano nettamente più evidenti e ben contrastate! Davvero una bella visione, considerando anche il minimo solare in corso. Era presente anche una notevole protuberanza, facilmente visibile sia in single-stack che con l’aggiunta del filtro double-stack.

A seguito di questa mia primissima osservazione, qualche giorno più tardi, ho provato anche a fotografare il Sole, col filtro double-stack. Devo ammettere che non è stato facile sintonizzare correttamente i due etalon, ma dopo averne capito il funzionamento l’immagine che si è mostrata allo schermo del portatile mi ha lasciato senza parole! Il disco solare era molto contrastato, erano facilmente visibili tantissimi particolari che col singolo etalon erano appena visibili…uno spettacolo! Ecco per confronto due riprese effettuate con e senza filtro double-stack. Le immagini parlano da sole…

Come dicono in America, “once you double-stack, you never go back.”

SALVO LAURICELLA
https://www.salvolauricella.it/

 

La terra è piatta.

Non so se l’avete visto, ma recentemente è uscito un bel documentario sui terrapiattisti, prodotto da una celebre piattaforma di streaming online. Tale documentario, poco fantasiosamente, è stato chiamato “La Terra è piatta”.

È veramente un documento interessantissimo e che consiglio a tutti, dotato di una solida impostazione scientifica e di un bel pensiero di fondo: chi crede che la Terra sia piatta non è (almeno tendenzialmente) tale né perché sia più stupido degli altri né perché sia incolto. Si tratta solo una questione di metodo, di approccio critico al sapere e di maggiore o minore volontà di mettere davvero in discussione ciò in cui si crede.

Ed è QUESTO a distinguere scienza e credenze.

Insomma, si tratterebbe di persone che hanno ricevuto, o che si sono date, una forma di diseducazione metodologica al ragionamento; persone che forse hanno un po’ perso l’oriente nella gigantesca messe di informazioni che popola la nostra epoca.

Ma ad avermi colpito tanto, è stato l’approccio di fondo di alcuni ricercatori intervenuti nel documentario, fortemente critici verso una visione un po’ noncurante e scarsamente inclusiva del sapere accademico. Che forse all’insorgere di questi fenomeni contribuisce, pur non volendolo, più di quanto si possa pensare.

La conclusione di tutto? Beh, di fatto è un invito e al contempo una dimostrazione per paradosso. Volete sconfiggere un terrapiattista al suo stesso gioco? Provate a chiedere quali evidenze considererebbe effettivamente capaci di falsificare le sue teorie; quindi cercate di fornirgliele.

Scoprirete che o le sue non sono nemmeno teorie (in quanto non falsificabili ab origine) oppure che, appena fornite le risultanze, test e tester diventeranno immediatamente l’oggetto stesso della supposta teoria (ad esempio: “tu sei in combutta con i cospiratori mondiali”), dando vita ad un loop di non-falsificabilità. Senza fine.

A volte mi sembra che sempre più in quest’epoca di illuminata scienza condivisa, si faccia largo una sorta di nuovo “Medioevo tecnologico”, che reca con sé da un lato una dilagante irrazionalità e anti-scientificità, mentre dall’altro lato si palesa con forza il desiderio di correre a rinchiudere il sapere in fin troppo alte torri d’avorio.

Ebbene, amici miei, non fatelo. MAI! Non rinchiudete il sapere, nemmeno per proteggerlo. Che il pensiero analitico sia lo strumento per comprendere il mondo, ma che dialettica e retorica siano le armi con le quali diffonderlo e difenderlo.

Perché il primo, senza i secondi, non ha maggior valore, per l’umanità, del fornire la soluzione ad uno splendido e complessissimo, ma solitario, sudoku.

Magari pure fatto online…

Garanzia 4 anni

Dettagli a breve

Regolamento “Un Natale Astronomico” 2018

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Buona caccia allo sconto, e buone feste da

TS ITALIA

TS Italia sostiene le popolazioni flagellate dall’alluvione del 2018

Dell’alluvione del 2018 che ha colpito il nostro Paese si parlerà a lungo; i mass-media non hanno forse saputo dare la giusta risonanza all’evento e mostrare davvero l’entità del disastro che ha sconvolto e che ancora sta sconvolgendo intere comunità.

TS Italia ha la propria sede in Veneto, una delle regioni più flagellate, se non la più colpita in assoluto. Qui, e in tutto il nord-est, la portata dell’evento è stata più che storica: si è trattato di qualcosa di mai visto prima, di cui non si ricorda uguale a memoria d’uomo. I dati pluviometrici, così come i ricordi degli anziani, ci confermano che il terribile evento alluvionale del 1966 è stato qualcosa di nettamente inferiore, a tutto questo. A salvare le grandi città, diversamente da quanto accadde in passato, in moltissimi casi è stata solamente l’accurata attività di prevenzione e di ponderata gestione del territorio.

Le splendide Dolomiti e le dorsali Prealpine, oltre alla vicina Carnia e alle valli del Trentino-Alto Adige, insieme costituiscono il grande polmone verde del nord-est, un immenso palcoscenico di natura e bellezza che infinite volte ci ha accolto, regalandoci alcuni dei più cieli più spettacolari di sempre; ebbene questi luoghi, un territorio così complesso e bellissimo, non hanno potuto reggere l’urto del maltempo, davvero troppo poderoso.

Nel solo territorio bellunese, a noi vicinissimo, vero cuore e baricentro delle Dolomiti, decine di cittadine e di villaggi sono rimasti isolati per giorni interi, senz’acqua potabile, elettricità e riscaldamento; e ciò, al sopraggiungere delle prime nevi stagionali. Circa 60.000-100.000 persone sono state qui coinvolte: decine di migliaia di persone sono rimaste bloccate in piccoli centri urbani e villaggi, completamente isolati, senza acqua ed elettricità, invasi dagli smottamenti; circa 2000 strade sono state devastate, ostruite e rese impercorribili, con fondi stradali divelti centinaia di alberi abbattuti sulle carreggiate e decine di ponti letteralmente trascinati a valle dalla furia dell’acqua; innumerevoli edifici hanno subito danni rilevanti, con tetti scoperchiati, pareti fessurate e a volte intere porzioni di edifici crollate.

Una stima preliminare parla di circa 14 milioni di alberi abbattuti dalla furia dei venti, tra Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Trentino Alto-Adige e alta Lombardia; venti soffiati in quasi ogni vallata coinvolta con la forza di un tornado F4, in amplissima parte concentratisi sulle valli dell’alto bellunese e dell’alto vicentino, del trentino e dell’alto udinese. Incalcolabili sono i danni arrecati al patrimonio naturalistico e ambientale: si valuta in circa un secolo il tempo necessario all’ambiente per riconquistare gli spazi perduti. In Val Visdende (Belluno), nell’Agordino (Belluno), nella foresta di Paneveggio (Trento), centinaia di migliaia di immensi abeti e larici sono stati appiattiti come comuni fili d’erba da una gigantesca e implacabile mano invisibile e si stima fino ad un 40% di patrimonio boschivo perduto, in alcune aree. Nel solo Altopiano di Asiago (Vicenza), circa il 10% dell’intera, immensa area boschiva è stato raso al suolo.

In pianura, lungo i grandi fiumi del trevigiano e del veneziano, innumerevoli case sono state invase da acqua e fango, in alcuni casi anche fino ad oltre il secondo piano e con esse intere esistenze sono state svuotate. Come un anziano non vedente, che ha perso con la sua abitazione attrezzata anche solo la possibilità di arrivare nuovamente, un giorno, alla cucina senza un aiuto esterno. Senza contare la sventura di chi per un albero caduto ha perso la propria vita o quella di un proprio caro. Campi coltivati, vigne e aziende sono state seppellite da anche oltre 60 centimetri di limo, che con il defluire dell’acqua sta assumendo l’aspetto di una gigantesca colata di calcestruzzo.

Alcune di queste zone sono al momento del tutto irriconoscibili, sconvolte. Ve lo assicura un profondo conoscitore di questa terra; uno di quelli con radici, che la ama senza sé e senza ma.

Una primissima e assolutamente sommaria valutazione dei danni, indica per il Veneto una somma paria a circa un miliardo di euro. Di fronte ad eventi di questo tipo, che altro si può fare se non stringere in un abbraccio di vicinanza e di solidarietà chi ha visto la propria abitazione, la propria comunità, il proprio territorio flagellati e sconvolti? La propria vita, strappata via e portata a valle da un implacabile fiume di acqua e fango…

Ebbene, noi di TS Italia vogliamo dare il nostro piccolo contributo, nella speranza di poter fornire un seppur piccolo ma efficace supporto a un territorio che tanto ha dato, a noi per primi. Per questo motivo abbiamo deciso che per ogni ordine inoltrato nel mese corrente, doneremo una somma pari a 4€ a chi si occupa della gestione della crisi, nella speranza di aiutare a riportare, anche solo un po’ più velocemente, i territori flagellati alla normalità.

Ringraziamo sin d’ora di cuore chi vorrà partecipare con noi a questo sforzo di solidarietà, in qualunque modo e a qualsiasi titolo.

Per chi volesse farsi un’idea delle calamità avvenute sui nostri monti, ecco un link di non poca rilevanza, per autorevolezza: si tratta di un servizio della CNN.
Per chi volesse avere un’idea della dimensione dell’esondazione dei fiumi, un reportage aereo dei VV.FF. sull’esondazione del Piave.
Infine, per avere un’idea della portata dell’evento in azione, un video che mostra il deflusso del sovraccarico del fiume Adige nel Lago di Garda: si tratta di una sorta di “troppo pieno” di uno dei fiumi a rischio esondazione, ma mai neppure esondato. E ciononostante, parliamo di qualcosa come 350 m³/secondo.

Grazie di cuore a tutti.

 

LUCA ZANCHETTA
Responsabile di TS Italia

 

Assenza di marcatore sullo specchio (primario): come realizzarlo

In questi ultimi tempi, qui a TS Italia, ci sono state richieste parecchie lavorazioni interessanti, alcune anche molto strutturate: dalle pulizie a restauri complessi, dalle lavorazioni opto-meccaniche avanzate alle semplici collimazioni, per finire con qualche bella verifica sotto il cielo reale.

Una richiesta frequente, è stata quella di realizzare il marcatore di centro dello specchio, laddove assente; tendenzialmente si tratta di primari newton di produzione economica o artigianale, ma in qualche occasione anche di secondari di schema Cassegrain-derivato.

Ebbene, abbiamo quindi deciso di realizzare questo mini-tutorial per guidare gli astrofili un po’ più esperti, ma senza troppa esperienza nello smontaggio di ottiche e celle, nella realizzazione di questa lavorazione in autonomia.

Le tecniche sono molte, e variano anche a seconda del diametro, ma questa è la personale ToDo-List che ho messo a punto nel corso del tempo.

 

FASE 1: smontare la cella del primario dall’OTA e rimuovere il primario dalla cella
Questa è una operazione estremamente semplice, solitamente ultimabile semplicemente svitando le 3-6 viti presenti lungo il bordo della cella del primario, e procedendo quindi alla rimozione delle graffe che tengono in posa il primario entro la cella. Nel caso di primari newton, al cosa è quindi piuttosto semplice; più complicata, e difficilmente descrivibile con degli step universali, è l’operazione di smontaggio dei secondari in genere o dello specchio primario da un Cassegrain-derivato. Certamente, in tutti i casi si inizia dalla rimozione del supporto meccanico (cella del primario, lastra o razze) dall’OTA.

FASE 2: misurare con precisione il diametro dello specchio
Per eseguire questa fase può essere adottato un grosso calibro (in commercio se ne trovano a buon mercato) oppure si può marcare il profilo dello specchio con una matita, capovolgendo il primario su un supporto di carta pulita (meglio di tutto, carta velina). Attenzione a seguire il bordo con precisione, usando matite molto ben affilate e mantenendo la distanza dal bordo sempre uguale e la minima possibile (l’opzione migliore, in questo caso, è ruotare foglio e specchio insieme, restando con la matita in posizione relativamente fissa). A questo punto basta spostare lo specchio per misurare con precisione il diametro del cerchio ricavato. Misurate con molta cura!

FASE 3: realizzare la dima
Il mio consiglio è quello di realizze una dima al computer, riportando le misure precedentemente ottenute su un software di disegno vettoriale; sarà naturalmente necessario aver cura di realizzare un disegno circolare che in stampa risulti conservare le identiche dimensioni in millimetri del disegno realizzato a PC. Si passa quindi a tracciare sul disegno una croce che attraversi l’intero cerchio e che sia passante per il centro dello stesso (in pratica, si tratta di tracciare due diametri della circonferenza, perpendicolari tra loro). A questo punto si passa alla stampa e, verificato che le dimensioni siano rispettate alla perfezione, resta solo da praticare un piccolo forellino con un ago sul centro del disegno appena ottenuto. Lo stesso risultato si può conseguire in maniera assai più “analogica”, lavorando con un compasso direttamente su carta; la soluzione è interessante soprattutto se non si ha troppa dimestichezza con il disegno al PC, oppure se si hanno specchi sopra gli 8″ da contrassegnare e non si dispone di una stampante in formato A3.

FASE 4: posizionare la dima
Ora è necessario portare la dima a coincidere con il bordo alluminato dello specchio e fissarla con dei pezzetti di scotch carta in modo simmetrico, al fine di non falsare la posizione reale del centro del disegno rispetto al centro dello specchio. Un’ottima soluzione è quella di applicare quattro pezzetti di scotch a 90° l’uno dall’altro, sfruttando come riferimenti esatti i quattro punti di intersezione tra la croce e la circonferenza presenti sulla dima; questo permetterà di non rischiare di sbilanciare il centraggio, evitando di tirare il foglio da un lato.

FASE 5: marcare lo specchio in via preliminare
Per tracciare un primo riferimento di centraggio, si va a sfruttare il forellino presente sul centro della dima, per marcare con un marcatore indelebile nero il centro dello specchio. Va ricordato che il pennarello va solamente appoggiato al foglio e premuto leggermente, fino al contatto con la superficie alluminata; resta imperativo non muoverlo assolutamente, per evitare di alterare la geometria di precisione tanto faticosamente conseguita! Inoltre realizzare un segno molto piccolo permette di conservare una maggior precisione per la fase di marcatura finale: il segno deve quindi preferibilmente essere appena percettibile, bastante esclusivamente a fare da guida.

FASE 6: marcatura definitiva
Se si sta marcando uno specchio primario, può essere raccomandabile adottare un comunissimo anellino salvabuchi, reperibile presso ogni cartoleria, oppure dei supporti adesivinoti come “feltrini per cristalli”, reperibili presso qualsiasi negozio di ferramenta/bricolage/hobbistica. A piacere, si può anche pensare di colorare il supporto prescelto usando il marcatore nero indelebile di cui sopra; naturalmente questa operazione andrebbe effettuata prima di rimuovere il marcatore dal supporto sulla quale si trova in origine; personalmente, tuttavia, ritengo questa operazione abbastanza sconsigliabile e anzi un po’ pericolosa… Durante una successiva pulizia dello specchio, infatti, verranno quasi certamente utilizzati dei solventi, come l’alcool isopropilico, davvero diffusissimo nel mondo dell’astronomia amatoriale! Agendo con un panno imbevuto con questo alcool quasi certamente si asporterà la verniciatura nera dal marcatore, con il serio rischio di depositarla in parte sulla superficie ottica. Se si sta marcando un secondario, diversamente, l’opzione migliore è proprio quella di adottare un pennarello indelebile a punta sottile per rendere progressivamente più netto il marcatore, senza alterarne la precisione di collocazione; i secondari, infatti, assai più raramente necessitano di pulizie profonde e accurate e quindi non si corre affatto il rischio di rimuovere il marcatore alla prima pulizia. Esiste tuttavia, anche in questo caso, la possibilità di utilizzare dei marcatori rotondi adesivi; date le piccole dimensioni dei secondari, suggerisco di non adottare i salvabuchi, ma esclusivamente i “feltrini per cristalli”, purché di dimensioni contenute.

 

E con questo il gioco è fatto! Un esempio del prima e del dopo potete vederli qui in questo post.

A presto amici!

LUCA ZANCHETTA – TELESKOP SERVICE ITALIA


Astronomy in Movie: il primo astrocontest di TS Italia/Tecnosky

Che ne direste di vedere un vostro lavoro di astroimaging all’interno di un film? E di ricevere anche un premio, per questo???

A me parrebbe una gran figata…….

Ebbene, se davvero lo volete, può essere realtà!!! A breve partirà la prima edizione dell’astrocontest di TS Italia/Tecnosky “Astronomy in Movie”: in palio per i migliori scatti eseguiti negli ultimi 365 giorni, premi in strumentazione e l’inserimento del lavoro vincitore all’interno di una pellicola cinematografica.

Il tema di quest’anno sarà: “banda stretta VS banda larga”. Mano ai filtri!!!

Il concorso inizia il giorno 11 maggio.

Qui sotto, il regolamento completo!

LUCA ZANCHETTA – TELESKOP SERVICE ITALIA


 

REGOLAMENTO CONCORSO FOTOGRAFICO
Astronomy in Movie

 

IL CONCORSO

Il concorso fotografico “Astronomy in Movie”, alla sua prima edizione, è promosso da TS Italia/Tecnosky, in collaborazione con il Progetto “L’Impero Sotterraneo”.

TEMA

Il tema del concorso di quest’anno è “Fotografia astronomica deep-sky tra banda larga e banda stretta”. Il tema è orientato alle riprese del profondo cielo e prenderà in considerazione qualsiasi lavoro attinente allo stesso, con preferenza per le riprese realizzate con strumentazione astronomica dedicata.

MODALITA’ DI PARTECIPAZIONE

La partecipazione al concorso è gratuita e aperta a tutti gli astroimager, senza limiti d’età. Ogni partecipante potrà fornire un numero illimitato di fotografie, da pubblicare sull’apposito album Facebook creato da TS Italia sulla propria pagina e disponibile ai seguenti link:

https://www.facebook.com/media/set/?set=oa.110735199802075

L’accesso all’album in modalità scrittura (per caricamento delle foto) è condizionato alla previa iscrizione al gruppo Facebook relativo al concorso:

https://www.facebook.com/groups/110733033135625

e successiva accettazione dell’iscrizione da parte degli amministratori. L’accettazione dell’iscrizione avviene di regola entro 48 ore dalla richiesta.

La descrizione tecnica della singola foto dovrà obbligatoriamente apparire entro il campo di descrizione della singola foto.

Sono esclusi dalla gara i membri della commissione giudicatrice e i rispettivi familiari, nonché tutti i soggetti che a vario titolo collaborano all’organizzazione del concorso.

CARATTERISTICHE TECNICHE IMMAGINE

Sono ammesse fotografie monocromatiche e a colori con inquadrature sia verticali sia orizzontali. La risoluzione di ciascuna foto deve essere di almeno 2 Megapixel. Non sono ammesse opere interamente realizzate al computer. Le riprese devono essere state realizzate nel corso degli anni solari 2017 e 2018. Requisiti preferenziali del concorso sono il carattere di innovatività delle riprese e il loro essere inedite. Ogni immagine deve essere corredata di descrizione tecnica completa, indicando tassativamente soggetto ripreso, strumentazione adottata, tecnica di ripresa e di elaborazione, nonché data e luogo in cui sono avvenute le riprese. Le immagini non conformi alle specifiche non verranno prese in considerazione ai fini della premiazione finale.

MODALITA’ E TERMINI DI CONSEGNA DEL MATERIALE

La consegna delle opere potrà avvenire entro la data limite del 31/08/2018.

PREMI E GIURIA

I premi assegnati saranno afferenti a tre diverse categorie e selezionati secondo tre diverse modalità:

Categoria A) premio artistico: il premio consisterà nell’apparizione dei lavori selezionati, fino ad un massimo di tre per singolo autore, all’interno del film “L’impero sotterraneo”. La scelta del premio è interamente rimessa alla giuria artistica.

Categoria B) premio tecnico: il premio consisterà in un buono per l’acquisto di materiale astronomico presso TS Italia del valore di €250

Categoria C) premio della community: il premio consisterà in un buono per l’acquisto di materiale astronomico presso TS Italia del valore di €150

La giuria artistica e la giuria tecnica, composte entrambe da professionisti del settore, esprimeranno un giudizio insindacabile, decretando i rispettivi vincitori.

Per la categoria C, risulterà vincitrice l’opera che avrà ottenuto il maggior numero di like entro la data limite del 30/09/2018.

Non si danno casi di pari-merito nella categoria A.
In caso di pari-merito nella categoria C, i premi verranno suddivisi tra i vincitori.

Saranno assegnati dei premi speciali per i primi 5 classificati non vincitori di alcun premio di categoria, consistenti in una copia dello splendido libro di astrofotografia digitale ad alta definizione “Gateway to the sky – Vol. 2”.

I premi verranno assegnati tramite proclamazione sulla pagina Facebook ufficiale di TS Italia entro il giorno 15/10/2018.

PRIVACY, RESPONSABILITÀ DELL’AUTORE E FACOLTÀ DI ESCLUSIONE

Ogni partecipante è responsabile del materiale da lui presentato al concorso. Pertanto si impegna ad escludere ogni responsabilità degli organizzatori del suddetto nei confronti di terzi, anche nei confronti di eventuali soggetti che dispongano di parziale titolarità delle opere inviate. Ogni partecipante dichiara inoltre di essere autore o co-autore delle immagini inviate e che esse sono originali, inedite e non in corso di pubblicazione, che non ledono diritti di terzi e che qualora si tratti di opere realizzate in collaborazione con enti o soggetti terzi, si dispone del necessario consenso o dell’autorizzazione alla partecipazione in proprio nome al concorso.

Gli organizzatori si riservano di escludere dal concorso e di rimuovere dall’album condiviso le foto non conformi a quanto indicato nel presente regolamento oppure alle regole comunemente riconosciute in materia di pubblica moralità, etica e decenza, a tutela dei partecipanti e dei visitatori. Non saranno perciò ammesse le immagini ritenute offensive, improprie o lesive dei diritti di alcuno. La rimozione potrà avvenire senza previa comunicazione e in maniera definitiva.

DIRITTI D’AUTORE E UTILIZZO DEL MATERIALE IN CONCORSO

I diritti sulle fotografie rimangono di proprietà esclusiva dell’autore che le ha prodotte, il quale ne autorizza l’utilizzo all’interno del film “L’impero sotterraneo” (categoria A) e per eventi o pubblicazioni connesse al concorso stesso, nonché per attività relative alle finalità istituzionali o promozionali connesse al presente concorso. Ad ogni loro utilizzo le foto saranno accompagnate dal nome dell’autore, in sovra-impressione o con citazione contestuale entro lo stesso mezzo (ad esempio nei titoli di coda del film o in calce al sito) e, ove possibile, da eventuali note esplicative. Si informa che i dati personali forniti dai concorrenti saranno utilizzati per le attività relative alle finalità istituzionali o promozionali di cui al presente regolamento, secondo quanto previsto dal D.Lg. 30 giugno 2003 n. 196.

Su Ramses II, ovvero: il faro di Porto Marghera

Allora, parliamo un po’ del faro di Marghera, vi va? Noi di TS Italia lo abbiamo proprio qui a due passi, giusto in mezzo ai…..beh, avete capito dove…..

Non voglio fare lunghe dissertazioni, le argomentazioni sono tante, solide e ben note a tutti, avverso questa installazione e tutti le conosciamo: spaziano dalla difesa dell’ambiente (terrestre) notturno, che l’inquinamento luminoso tanto vitupera, alla per noi più campanilistica tutela dell’amato cielo notturno; dalla difesa della legalità (ricordo la legge regionale anti IL del Veneto), alla lotta agli sprechi energetici (con le ovvie implicazioni etiche ed ambientali); dalla assoluta mancanza di struttura fondante l’installazione (culturale, artistica o anche solo estetica: ritengo il lampeggìo delle luci dell’albero di Natale molto più bello ed affascinante), alla completa contraddittorietà del modus operandi (si vuol celebrare il buono – questo è ovvio – scaturito da un luogo fonte di ricchezza e di lavoro per molti, ma che è stato anche un mostro ambientale; e lo si fa, pensa un po’ l’ideona, attraverso un doppio inquinamento, luminoso e da spreco energetico, in una laguna delicata e unica, già fin troppo martoriata dall’uomo, che solo in questi ultimi decenni sta faticosamente ritrovando un suo equilibrio ecologico).

Tutto questo, ribadisco, sono più che certo che chi ha un approccio al cielo come il nostro – di noi tutti astrofili – non può che concordare con quanto detto, su tutti i fronti; ulteriori parole sarebbero sprecate.

Voglio qui, oggi, dare solo un segno quantificabile, un numero scalare, un simbolo, che da solo, per una volta, ben basta a rappresentare le pur diverse e differentemente fondate opinioni di un popolo intero; una differenza, a mio avviso, che segna il passo, che funge da spartiacque tra chi prima pensa e poi parla, e chi, per abitudine, o per convenienza, o addirittura con premeditazione, opera secondo lo schema diametralmente opposto…

Ebbene, vi chiederete, un numero de che? Semplice!!! Un numero che da solo definisce le due petizioni online su change.org che vertono su Ramses II, il superfaro da 72000 watt in questione.

Ma…aspetta… Due? Perché due? Ci sono stati due enti promotori diversi? Signornò, signori… Ci sono due petizioni perché una è stata attivata allo scopo di far spegnere il faro; ma l’altra, promossa da un assolutamente convinto gruppo di sostenitori, raccoglie firme per opporsi alle richieste di spegnimento dello stesso, che vengono definite come un ingiustificabile tentativo di uccidere un valente strumento di riqualificazione urbana e territoriale.

Mi chiedo davvero attraverso quali mezzi e modalità ciò possa avvenire (intendo la riqualificazione), ma se avete voglia di farvi un’opinione e una cultura in merito, provando a comprendere chi non condivide la nostra visione delle cose, qui sotto riporto un link, presso il quale potete rinvenire un tale florilegio di argomentazioni da far impallidire Empedocle di Agrigento. Non so bene per quale ragione, impallidirebbe, ma di certo vi garantisco che impallidirebbe…..

Per concludere, il numero: 0,02. È il fattore di moltiplicazione che permette di ottenere il numero dei firmatari per l’accensione del faro, dato il numero dei firmatari per lo spegnimento. Non male come divario… E per una volta, a mio avviso, un segno di civiltà, in un paese che questa parola tanto abusa e poco usa.

Qui sotto tutti i riferimenti per firmare. Scegliete voi la petizione cui ritenete più giusto partecipare!!!

A presto amici!

LUCA ZANCHETTA – TELESKOP SERVICE ITALIA


CHANGE.ORG – Petizione “Spegnete il faro da 72000 watt di Porto Marghera”

Firmatari totale: circa 13000 alle ore 14:30 del 31/01/2017
Istituzioni scientifiche firmatarie: INAF (Istituto Nazionale di Astrofisica), UAI (Unione Astrofili Italiani), Dipartimento di Astronomia di Padova

https://www.change.org/p/sindaco-di-venezia-spegnete-il-faro-da-72000-watt-di-porto-marghera

CHANGE.ORG – Petizione “Manteniamo acceso RAMSES II !”

Firmatari totale: circa 260 alle ore 14:30 del 31/01/2017
Istituzioni scientifiche firmatarie: N/D

https://www.change.org/p/luigi-brugnaro-riaccendere-ramses-ii