Chiunque ami le osservazioni solari sicuramente si sarà spesso chiesto: ma c’è un effettivo vantaggio, e se si, di che tipo, nell’utilizzo dei costosissimi sistemi con filtraggio DS (double-stack) rispetto ad un classico H-alpha?
Ebbene, i vantaggi ci sono, e se il setup è ben realizzato e correttamente settato, questi sono anche assolutamente evidenti!!!
Ce ne da una dimostrazione diretta, particolarmente di valore visto il periodo di relativa quiescenza della nostra stella, l’amico Salvatore Lauricella, astrofilo estremamente attivo e ottimo conoscitore del nostro Sole!
Buona lettura a tutti!
LUCA ZANCHETTA – TS Italia Astronomy
Per l’astrofilo interessato all’osservazione/fotografia solare il mercato offre diverse soluzioni, dagli economici filtri in AstroSolar a telescopi solari dedicati (ad un costo davvero elevato!). Personalmente, per le mie osservazioni/fotografie, ho scelto di dotarmi di diversi sistemi di filtraggio, che mi permettono di osservare/fotografare il Sole in tre diverse lunghezze d’onda:
– prisma di Herschel per le riprese in luce bianca;
– modulo Lunt CaK B1200 per la fotografia nella riga CaK;
– telescopio solare Lunt LS60THaPT/B1200 per la riga dell’H-alpha.
Le maggiori soddisfazioni si ottengono sicuramente con i filtri H-alpha, che permettono la visione di spettacolari fenomeni, anche quando la nostra stella si trova in un periodo di minima attività.
Ho usato con soddisfazione e per diversi anni il telescopio Lunt 60, davvero un piccolo gioiello! Questo strumento ha una banda passante di 0.70 Angstrom e la visione che offre è davvero mozzafiato.
Come accessorio opzionale, è possibile aggiungere un ulteriore filtro in modo da ottenere una banda passante ancora più stretta, di circa 0.50 Angstrom. Tale filtro è però molto costoso e per questo ho atteso molto prima di poterlo acquistare. Quelle che seguono sono le mie prime impressioni sull’uso del doppio filtro (DS o Double-Stack, in inglese).
Stamattina ho eseguito una brevissima osservazione solare, utilizzando il nuovo filtro Double Stack per il Lunt 60: giusto 10 minuti, prima che arrivassero le nuvole (e la pioggia).
La prima impressione è molto soddisfacente! È stato molto semplice raggiungere la corretta banda passante ed anche le immagini fantasma non sono state un problema! La visione con il double-stack all’oculare era significativamente più scura, rispetto al single-stack, ma non così buia come mi aspettavo. Il fondo cielo era decisamente meno luminoso, rispetto al rossore di fondo dato del single stack. Le caratteristiche del disco solare erano nettamente più evidenti e ben contrastate! Davvero una bella visione, considerando anche il minimo solare in corso. Era presente anche una notevole protuberanza, facilmente visibile sia in single-stack che con l’aggiunta del filtro double-stack.
A seguito di questa mia primissima osservazione, qualche giorno più tardi, ho provato anche a fotografare il Sole, col filtro double-stack. Devo ammettere che non è stato facile sintonizzare correttamente i due etalon, ma dopo averne capito il funzionamento l’immagine che si è mostrata allo schermo del portatile mi ha lasciato senza parole! Il disco solare era molto contrastato, erano facilmente visibili tantissimi particolari che col singolo etalon erano appena visibili…uno spettacolo! Ecco per confronto due riprese effettuate con e senza filtro double-stack. Le immagini parlano da sole…
Come dicono in America, “once you double-stack, you never go back.”
SALVO LAURICELLA
https://www.salvolauricella.it/