Insieme agli amici dell’Associazione Astrofili Vittorio Veneto, andremo a vedere quali sono gli strumenti con cui iniziare proficuamente ad osservare il cielo.
Per guidarvi nella scelta del primo strumento e non solo.
Nel corso del video vedremo:
– le basi dell’osservazione astronomica
– alcuni testi per iniziare ad avvicinarsi al mondo dell’astronomia
– pregi e difetti delle principali tipologie di strumenti
– alcuni telescopi fino ai 500€
– qualche cenno di strumentazione più avanzata
– digressioni su storia ed evoluzione della strumentazione astronomica
Chiunque ami le osservazioni solari sicuramente si sarà spesso chiesto: ma c’è un effettivo vantaggio, e se si, di che tipo, nell’utilizzo dei costosissimi sistemi con filtraggio DS (double-stack) rispetto ad un classico H-alpha?
Ebbene, i vantaggi ci sono, e se il setup è ben realizzato e correttamente settato, questi sono anche assolutamente evidenti!!!
Ce ne da una dimostrazione diretta, particolarmente di valore visto il periodo di relativa quiescenza della nostra stella, l’amico Salvatore Lauricella, astrofilo estremamente attivo e ottimo conoscitore del nostro Sole!
Buona lettura a tutti!
LUCA ZANCHETTA – TS Italia Astronomy
Per l’astrofilo interessato all’osservazione/fotografia solare il mercato offre diverse soluzioni, dagli economici filtri in AstroSolar a telescopi solari dedicati (ad un costo davvero elevato!). Personalmente, per le mie osservazioni/fotografie, ho scelto di dotarmi di diversi sistemi di filtraggio, che mi permettono di osservare/fotografare il Sole in tre diverse lunghezze d’onda:
– prisma di Herschel per le riprese in luce bianca;
– modulo Lunt CaK B1200 per la fotografia nella riga CaK;
– telescopio solare Lunt LS60THaPT/B1200 per la riga dell’H-alpha.
Le maggiori soddisfazioni si ottengono sicuramente con i filtri H-alpha, che permettono la visione di spettacolari fenomeni, anche quando la nostra stella si trova in un periodo di minima attività.
Ho usato con soddisfazione e per diversi anni il telescopio Lunt 60, davvero un piccolo gioiello! Questo strumento ha una banda passante di 0.70 Angstrom e la visione che offre è davvero mozzafiato.
Come accessorio opzionale, è possibile aggiungere un ulteriore filtro in modo da ottenere una banda passante ancora più stretta, di circa 0.50 Angstrom. Tale filtro è però molto costoso e per questo ho atteso molto prima di poterlo acquistare. Quelle che seguono sono le mie prime impressioni sull’uso del doppio filtro (DS o Double-Stack, in inglese).
Stamattina ho eseguito una brevissima osservazione solare, utilizzando il nuovo filtro Double Stack per il Lunt 60: giusto 10 minuti, prima che arrivassero le nuvole (e la pioggia).
La prima impressione è molto soddisfacente! È stato molto semplice raggiungere la corretta banda passante ed anche le immagini fantasma non sono state un problema! La visione con il double-stack all’oculare era significativamente più scura, rispetto al single-stack, ma non così buia come mi aspettavo. Il fondo cielo era decisamente meno luminoso, rispetto al rossore di fondo dato del single stack. Le caratteristiche del disco solare erano nettamente più evidenti e ben contrastate! Davvero una bella visione, considerando anche il minimo solare in corso. Era presente anche una notevole protuberanza, facilmente visibile sia in single-stack che con l’aggiunta del filtro double-stack.
A seguito di questa mia primissima osservazione, qualche giorno più tardi, ho provato anche a fotografare il Sole, col filtro double-stack. Devo ammettere che non è stato facile sintonizzare correttamente i due etalon, ma dopo averne capito il funzionamento l’immagine che si è mostrata allo schermo del portatile mi ha lasciato senza parole! Il disco solare era molto contrastato, erano facilmente visibili tantissimi particolari che col singolo etalon erano appena visibili…uno spettacolo! Ecco per confronto due riprese effettuate con e senza filtro double-stack. Le immagini parlano da sole…
Come dicono in America, “once you double-stack, you never go back.”
Non so se l’avete visto, ma recentemente è uscito un bel documentario sui terrapiattisti, prodotto da una celebre piattaforma di streaming online. Tale documentario, poco fantasiosamente, è stato chiamato “La Terra è piatta”.
È veramente un documento interessantissimo e che consiglio a tutti, dotato di una solida impostazione scientifica e di un bel pensiero di fondo: chi crede che la Terra sia piatta non è (almeno tendenzialmente) tale né perché sia più stupido degli altri né perché sia incolto. Si tratta solo una questione di metodo, di approccio critico al sapere e di maggiore o minore volontà di mettere davvero in discussione ciò in cui si crede.
Ed è QUESTO a distinguere scienza e credenze.
Insomma, si tratterebbe di persone che hanno ricevuto, o che si sono date, una forma di diseducazione metodologica al ragionamento; persone che forse hanno un po’ perso l’oriente nella gigantesca messe di informazioni che popola la nostra epoca.
Ma ad avermi colpito tanto, è stato l’approccio di fondo di alcuni ricercatori intervenuti nel documentario, fortemente critici verso una visione un po’ noncurante e scarsamente inclusiva del sapere accademico. Che forse all’insorgere di questi fenomeni contribuisce, pur non volendolo, più di quanto si possa pensare.
La conclusione di tutto? Beh, di fatto è un invito e al contempo una dimostrazione per paradosso. Volete sconfiggere un terrapiattista al suo stesso gioco? Provate a chiedere quali evidenze considererebbe effettivamente capaci di falsificare le sue teorie; quindi cercate di fornirgliele.
Scoprirete che o le sue non sono nemmeno teorie (in quanto non falsificabili ab origine) oppure che, appena fornite le risultanze, test e tester diventeranno immediatamente l’oggetto stesso della supposta teoria (ad esempio: “tu sei in combutta con i cospiratori mondiali”), dando vita ad un loop di non-falsificabilità. Senza fine.
A volte mi sembra che sempre più in quest’epoca di illuminata scienza condivisa, si faccia largo una sorta di nuovo “Medioevo tecnologico”, che reca con sé da un lato una dilagante irrazionalità e anti-scientificità, mentre dall’altro lato si palesa con forza il desiderio di correre a rinchiudere il sapere in fin troppo alte torri d’avorio.
Ebbene, amici miei, non fatelo. MAI! Non rinchiudete il sapere, nemmeno per proteggerlo. Che il pensiero analitico sia lo strumento per comprendere il mondo, ma che dialettica e retorica siano le armi con le quali diffonderlo e difenderlo.
Perché il primo, senza i secondi, non ha maggior valore, per l’umanità, del fornire la soluzione ad uno splendido e complessissimo, ma solitario, sudoku.
Ordina nel periodo di attivazione della promozione “Un Natale Astronomico” 2018 almeno uno dei prodotti presenti all’interno della categoria “PROMO CHRISTMAS 2018”:
https://www.teleskop-express.it/105-promo-christmas-2018
Avrai diritto ad un voucher sconto dello 8%, da utilizzare sul tuo ordine successivo e fino ad un importo pari al valore già speso.
Alcuni esempi:
Se spendi 500€ nel primo ordine e 250€ nel secondo avrai diritto ad un 8% di sconto su tutto il secondo ordine.
Se spendi 500€ nel primo ordine e 500€ nel secondo avrai diritto ad un 8% di sconto su tutto il secondo ordine.
Se spendi 500€ nel primo ordine e 750€ nel secondo avrai diritto ad un 8% sui primi 500€ del secondo ordine.
Attenzione, la promo è valida solo se scegli come mezzo di pagamento il bonifico bancario.
Dell’alluvione del 2018 che ha colpito il nostro Paese si parlerà a lungo; i mass-media non hanno forse saputo dare la giusta risonanza all’evento e mostrare davvero l’entità del disastro che ha sconvolto e che ancora sta sconvolgendo intere comunità.
TS Italia ha la propria sede in Veneto, una delle regioni più flagellate, se non la più colpita in assoluto. Qui, e in tutto il nord-est, la portata dell’evento è stata più che storica: si è trattato di qualcosa di mai visto prima, di cui non si ricorda uguale a memoria d’uomo. I dati pluviometrici, così come i ricordi degli anziani, ci confermano che il terribile evento alluvionale del 1966 è stato qualcosa di nettamente inferiore, a tutto questo. A salvare le grandi città, diversamente da quanto accadde in passato, in moltissimi casi è stata solamente l’accurata attività di prevenzione e di ponderata gestione del territorio.
Le splendide Dolomiti e le dorsali Prealpine, oltre alla vicina Carnia e alle valli del Trentino-Alto Adige, insieme costituiscono il grande polmone verde del nord-est, un immenso palcoscenico di natura e bellezza che infinite volte ci ha accolto, regalandoci alcuni dei più cieli più spettacolari di sempre; ebbene questi luoghi, un territorio così complesso e bellissimo, non hanno potuto reggere l’urto del maltempo, davvero troppo poderoso.
Nel solo territorio bellunese, a noi vicinissimo, vero cuore e baricentro delle Dolomiti, decine di cittadine e di villaggi sono rimasti isolati per giorni interi, senz’acqua potabile, elettricità e riscaldamento; e ciò, al sopraggiungere delle prime nevi stagionali. Circa 60.000-100.000 persone sono state qui coinvolte: decine di migliaia di persone sono rimaste bloccate in piccoli centri urbani e villaggi, completamente isolati, senza acqua ed elettricità, invasi dagli smottamenti; circa 2000 strade sono state devastate, ostruite e rese impercorribili, con fondi stradali divelti centinaia di alberi abbattuti sulle carreggiate e decine di ponti letteralmente trascinati a valle dalla furia dell’acqua; innumerevoli edifici hanno subito danni rilevanti, con tetti scoperchiati, pareti fessurate e a volte intere porzioni di edifici crollate.
Una stima preliminare parla di circa 14 milioni di alberi abbattuti dalla furia dei venti, tra Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Trentino Alto-Adige e alta Lombardia; venti soffiati in quasi ogni vallata coinvolta con la forza di un tornado F4, in amplissima parte concentratisi sulle valli dell’alto bellunese e dell’alto vicentino, del trentino e dell’alto udinese. Incalcolabili sono i danni arrecati al patrimonio naturalistico e ambientale: si valuta in circa un secolo il tempo necessario all’ambiente per riconquistare gli spazi perduti. In Val Visdende (Belluno), nell’Agordino (Belluno), nella foresta di Paneveggio (Trento), centinaia di migliaia di immensi abeti e larici sono stati appiattiti come comuni fili d’erba da una gigantesca e implacabile mano invisibile e si stima fino ad un 40% di patrimonio boschivo perduto, in alcune aree. Nel solo Altopiano di Asiago (Vicenza), circa il 10% dell’intera, immensa area boschiva è stato raso al suolo.
In pianura, lungo i grandi fiumi del trevigiano e del veneziano, innumerevoli case sono state invase da acqua e fango, in alcuni casi anche fino ad oltre il secondo piano e con esse intere esistenze sono state svuotate. Come un anziano non vedente, che ha perso con la sua abitazione attrezzata anche solo la possibilità di arrivare nuovamente, un giorno, alla cucina senza un aiuto esterno. Senza contare la sventura di chi per un albero caduto ha perso la propria vita o quella di un proprio caro. Campi coltivati, vigne e aziende sono state seppellite da anche oltre 60 centimetri di limo, che con il defluire dell’acqua sta assumendo l’aspetto di una gigantesca colata di calcestruzzo.
Alcune di queste zone sono al momento del tutto irriconoscibili, sconvolte. Ve lo assicura un profondo conoscitore di questa terra; uno di quelli con radici, che la ama senza sé e senza ma.
Una primissima e assolutamente sommaria valutazione dei danni, indica per il Veneto una somma paria a circa un miliardo di euro. Di fronte ad eventi di questo tipo, che altro si può fare se non stringere in un abbraccio di vicinanza e di solidarietà chi ha visto la propria abitazione, la propria comunità, il proprio territorio flagellati e sconvolti? La propria vita, strappata via e portata a valle da un implacabile fiume di acqua e fango…
Ebbene, noi di TS Italia vogliamo dare il nostro piccolo contributo, nella speranza di poter fornire un seppur piccolo ma efficace supporto a un territorio che tanto ha dato, a noi per primi. Per questo motivo abbiamo deciso che per ogni ordine inoltrato nel mese corrente, doneremo una somma pari a 4€ a chi si occupa della gestione della crisi, nella speranza di aiutare a riportare, anche solo un po’ più velocemente, i territori flagellati alla normalità.
Ringraziamo sin d’ora di cuore chi vorrà partecipare con noi a questo sforzo di solidarietà, in qualunque modo e a qualsiasi titolo.
Per chi volesse farsi un’idea delle calamità avvenute sui nostri monti, ecco un link di non poca rilevanza, per autorevolezza: si tratta di un servizio della CNN.
Per chi volesse avere un’idea della dimensione dell’esondazione dei fiumi, un reportage aereo dei VV.FF. sull’esondazione del Piave.
Infine, per avere un’idea della portata dell’evento in azione, un video che mostra il deflusso del sovraccarico del fiume Adige nel Lago di Garda: si tratta di una sorta di “troppo pieno” di uno dei fiumi a rischio esondazione, ma mai neppure esondato. E ciononostante, parliamo di qualcosa come 350 m³/secondo.
Questo sito utilizza i cookie allo solo scopo di garantirti una navigazione ottimale e per fini statistici di monitoraggio. I cookie adottati sono solo quelli necessari per usufruire di tutti i servizi offerti (fornitore: teleskop-express.it) e quelli forniti da terze parti (Google Analytics). Proseguendo con la navigazione, accetti l'utilizzo dei cookie.