Una grande avventura di Daniele Gasparri – AGGIORNATO CON RESCONTO FINALE

Una grande avventura – Daniele Gasparri [aggiornamenti in fondo alla pagina – inserite foto eclisse + aurore elaborate + resoconto finale]

Al bando la scaramanzia! Quando si decide di intraprendere una nuova avventura e la si vuole condividere con il maggior numero possibile di appassionati, non c’è tempo per farsi intimidire da tutti i possibili imprevisti che potrebbero accadere.

Eccoci qui allora. Mi chiamo Daniele Gasparri, astronomo, autore di diversi libri di astronomia e soprattutto super appassionato del cielo. Insieme a un gruppo di 12 persone, tra cui l’astrofilo e autore Marco Bastoni e alcuni esperti astrofotografi come Federico Pelliccia e Giovanni Giardina, stiamo per intraprendere una grande avventura verso il profondo nord. Ci spingeremo a oltre 70° di latitudine, ben all’interno del circolo polare artico e ci sposteremo dalla cittadina norvegese di Tromso fino alla profonda e selvaggia Lapponia svedese e finlandese per cercare di catturare due spettacoli straordinari della Natura: le aurore polari e l’eclisse di Sole del 20 marzo. Non avremo il privilegio di osservarla totale, ma arriveremo a una fase molto più avanzata di quella che è possibile osservare dall’Italia: il Sole verrà infatti coperto per oltre il 95% e il calo di luce sarà piuttosto marcato.

Grazie alla preziosa collaborazione con Riccardo Cappellaro di Teleskop service Italia, siamo stati equipaggiati con un super telescopio solare: un lunt H-alpha da 60 mm con il quale, si spera, osserveremo e faremo osservare a tutti voi le fasi dell’eclisse di Sole insieme a filamenti e protuberanze della nostra stella. Attraverso questo blog, inoltre, potrete seguire quasi in diretta le fasi dell’eclisse e di tutto il viaggio, dalla parte astronomica a quella naturalistica.

Quello dell’eclisse sarà infatti solo uno dei momenti di un viaggio di tre notti e quattro giorni nel quale andremo alla caccia delle aurore polari, magnifici spettacoli di luci che solcano questi cieli per noi tanto lontani. Non è la prima volta per me, le ho potute ammirare anche lo scorso anno e per questo sono ancora più emozionato e impaziente di poter assistere di nuovo a uno degli spettacoli più belli e potenti della Natura (se non il più bello!). Sfidando il freddo (sono previste temperature di -20°C) e le nuvole andremo a caccia di uno sprazzo di cielo libero, sperando che questi imprevedibili fiumi di luce si renderanno visibili in tutta la loro sublime potenza.

Ecco allora quale sarà l’avventura che vivremo insieme, quasi in tempo reale, attraverso le pagine di questo blog. Nessuno sa quali condizioni meteo troveremo e nessuno sa se e quando le aurore verranno a bussare alla nostra porta. Tutto quello che potremo fare sarà tenere caldi i motori delle nostre auto per poterci spostare anche di centinaia di chilometri nella fredda notte del circolo polare artico, con le macchine fotografiche in una mano e tanta speranza nell’altra, pronti per immortalare gli improvvisi bagliori verdi che, si spera, si renderanno visibili senza alcun preavviso.

Non solo eclisse e non solo di notte. Il meteo non potrà infatti impedirci di ammirare lo straordinario panorama di quei luoghi, dai fiordi norvegesi alla tundra ghiacciata e incantata della Lapponia, che sarò pronto a condividere con voi appena sarà possibile.

Comunque vada, quindi, restate incollati su queste pagine, a partire da giovedì 19 marzo fino a domenica mattina 22 marzo, senza perdervi le fasi dell’eclisse di Sole, che da dove saremo noi inizierà circa alle 10 di mattina (ora italiana) con il massimo circa alle 11, così potrete vivere insieme a noi le emozioni, le avventure e gli inevitabili imprevisti di un viaggio che in ogni caso si preannuncia spettacolare!

 

UPDATE 18/03/2015

Prova di ripresa con Lunt 60, reflex modificata e barlow 2x, esposizione unica, tutto pronto per l’eclisse!!

AGGIORNAMENTO 20/03/2015

La prima serata se n’e’ andata, insieme a una giornata imprevedibile e durissima. Il volo da Milano a Oslo, prima tratta che poi da qui ci avrebbe portato a Tromso, ha subito un ritardo di quasi un’ora, per non si sa quale motivo. Tra valigie perse e corse sfrenate siamo riusciti a prendere all’ultimo minuto la coincidenza per la nostra meta finale. Eravamo gia’ provati ma era solo l’inizio dell’avventura, quella dura che ti mette di fronte ostacoli che sembrano troppo grossi. Cosi’, ormai a pochi chilometri da Tromso il comadante ci comunica che gireremo per una mezz’oretta sopra la citta’ perche’ a terra le condizioni di vento forte e neve fitta impediscono l’atterraggio. Passiamo quasi un’ora a girare in tondo ammirando i colori del tramonto e alla fine le condizioni non migliorano, cosi’ ci dirottano in un aeroporto 300 km piu’ a sud, a Narvik. Atterriamo e aspettiamo un’altra mezz’ora nell’aereo fermo e ormai avvolto dalla copiosa nevicata in atto.
Alla fine la decisione del comandante: saremo decollati per provare ad atterrare a Tromso, ma le condizioni erano ancora al limite, con forte vento laterale e tanta neve che gli spazzaneve non riuscivano a togliere. Se non saremmo riusciti ad atterrare a Tromso ci avrebbero riportato a Oslo e fatto prendere un volo la mattina seguente. Questo avrebbe significato addio all’eclisse e tutti eravamo terrorizzati da questa eventualita’. Dopo aver decollato da una pista completamente bianca alla fine, con tre ore di ritardo, siamo per fortuna riusciti a toccare terra a Tromso. 9 ore di aereo, tre decolli e altrettanti atterraggi, una valigia dispersa a Oslo ritrovata a Tromso e insieme a lei anche la voglia di continuare un’avventura che fino a quel momento ci aveva bastonato per bene. Prese le auto, andati in hotel, indossato l’abbigliamento termico e a mezzanotte siamo usciti. Un piccolo sussulto dell’aurora nello stretto spazio tra due nuvole e’ tutto
quello che siamo riusciti a vedere. Dopo solo neve, ghiaccio e nuvole spesse che ci hanno nascosto l’aurora che nel cielo brillava soave. A letto, con la voglia e la speranza di vedere l’eclisse; non da Tromso perche’ sara’ brutto. La nostra missione e’ svegliarsi all’alba e guidare in Lapponia fino a trovare il Sole. ce la faremo? riusciremo ad avere il segnale cellulare per far vedere le foto? Non si sa, ma di certo noi, dopo tutto quello che abbiamo gia’ passato, siamo pronti a tutto e non ci arrenderemo fino all’ultimo! Dalle 10 in poi state collegati e scoprirete se ce l’abbiamo fatta!

 

PRIME FOTO NON ELABORATE DELL’ ECLISSE!!! Con Lunt 60 e Reflex Canon modificata

AGGIORNAMENTO: A caccia di aurore! 

Secondo giorno: la giornata perfetta 

Sono le 12 del terzo giorno e seduto su una poltrona nella sala principale dell’hotel guardo fuori il panorana incantato di questo posto ghiacciato e ripenso alla giornata e soprattutto alla notte appena trascorse.

L’eclisse e’ andata bene e forse questo lo sapete gia’. Quello che ancora non sapete e’ come e’ proseguito il resto della giornata, di cui l’eclisse ha rappresentato solo un timido antipasto. Cominciamo dal luogo in cui l’abbiamo osservata. A Trosmo, nostra base operativa, le previsioni erano impietose, cosi’ ci siamo buttati giu’ dal letto prima delle 6 di mattina e alle 7 eravamo gia’ in macchina. L’obiettivo era semplice: guidare piu’ a est possibile fino a raggiungere la Lapponia, luogo nel quale tutte le previsioni meteo ci garantivanoil sereno. Dopo aver letteralmente sciato per almeno 100 km su strade lastricate di ghiaccio e aver superato le montagne costiere, il paesaggio Lappone sì è aperto di fronte a noi con tutto il suo splendore. Un cielo limpidissimo, un Sole alto pochi gradi sull’orizzonte, distese immense di ghiaccio e una temperatura di -8 gradi. Abbiamo scelto di osservare l’eclisse ai bordi di uno dei tanti laghi ghiacciati nella Lapponia finlandese e lo spettacolo è stato grandioso.

Ma la nostra fuga nell’entroterra Lappone era finalizzata anche per osservare lo spettacolo per cui ci siamo spinti fino a 70 gradi di latitudine nord: le aurore. Dopo la delusione e le sfortune della prima sera la tensione era enorme e non potevamo piu’ fallire.

E cosi’ e’ stato. Dopo aver raggiunto il nostro luogo di osservazone piu’ a est possibile dalle montagne foriere di nuvole e neve, l’aurora si e’ presentata in grande stile prima ancora che il cielo fosse buio. Qui il Sole sembra voler far soffrire gli amanti della notte con un gioco sadico. Poco prima delle 18 si getta sotto l’orizzonte e ci lascia pensare che la notte sia vicina; invece e’ solo l’inizio di un crepuscolo di 3 lunghissime ore in cui le stelle faticano ad accendersi, soprattutto verso ovest. Ma l’aurora non ha tutta questa pazienza certe volte. E ieri era una di queste. Con il cielo ancora chiaro ecco un fiume di luce attraversarlo da est a ovest, passando per lo zenit e arrivando fino a Venere che dava bella mostra di se’ nei colori del tramonto infinito. E’ l’inizio di uno spettacolo che non dimenticheremo mai piu’, perche’ l’aurora ci ha accompagnato per tutta la notte. La presentazione e’ stata esplosiva. Quel fiume di luce all’inizio statico e indistinto in mezz’ora e’ diventato un turbinio di luci in rapido movimento che ci ha fatto urlare al cielo. Il verde tipico di questi spettacoli era evidente anche ai nostri occhi e accesissimo in foto. Questo primo atto e’ durato mezz’ora e a posteriori era solo l’antipasto.

Dopo una pausa di mezz’ora nella quale il fiume di luce colorato ha deciso di calmarsi, sebbene coprisse tutto il cielo, il secondo atto ci ha lasciato interdetti perche’ nessuno aveva mai visto una cosa del genere. Onde velocissime di color verde hanno cominciato a solcare il cielo da nord verso sud, muovendosi a una velocita’ straordinaria, decine di migliaia di chilometri l’ora. In un decimo di mezzo secondo verso nord partiva un impulso di luce che si propagava come una nuvola fino all’estremo sud. Un’onda luminosa dopo l’altra, per almeno dieci minuti. Impossibile fotografare qualcosa ce va cosi’ veloce ma i nostri occhi sono rimasti rapiti da un fenomeno del genere.

Cosi’ si concluse il secondo atto. La meritata pausa ci ha lasciato il tempo per respirare di nuovo e farci accorgere che nel mezzo del lago ghiacciato in cui stavamo si sentiva il ghiacco muoversi e produrre suoni simili a esplosioni, tipici di due placche che si scontrano e che generano deboli terremoti. Nessuna paura; il ghiaccio qui in Lapponia a Marzo e’ ancora spesso piu’ di un metro e tutti i corsi d’acqua sono percorribili persino con le motoslitte.

Il cielo era ancora verde ma il fiume non era in piena, cosi’ decidemmo di riscaldarci un po’ in macchina. A -16 gradi e con un vento teso in grado di congelare il respiro e gli occhi, un po’ di caldo era di certo molto gradito.

Dopo una cena a base di affettati e crackers, decidemmo di ripartire con calma e di iniziare a colmare il divario di tre ore di macchina che ci separava da Tromso. Mentre io guidavo gli altri avevano il compito di controllare dal finestrino lo stato del cielo e di avvisarmi immediatamente nel caso in cui l’attivita’ sarebbe di nuovo aumentata. Girava infatti da ormai qualche ora l’ipotesi che verso la mezzanotte avremmo potuto assistere a una intensificazione dell’attivita’. In cuor mio pensavo fosse solo una speranza di chi non era ancora sazio, ma mi sbagliavo e di grosso.

Dopouna sosta per fare rifornimento nell’unico paese nel raggio di oltre 200 km, un’occhiatarapida al cielo ci ha fatto sussultare: era verde acceso. L’aurora aveva ricominciato a dare spettacolo!

Il terzo e ultimo atto e’ stato incredibile. Dopo 10 secondi dall’avvistamento abbiamo trovato una provvidenziale area pargheggio ai bordi della strada, siamo scesi a bocca aperta, abbiamo scatenato la nostra potenza di fuoco fotografica in un cielo che ancora adesso riesco a vedere nitido di fronte a me. E’ impossibile descrivere quello che e’ successo. Un’intensa tempesta geomagnetica ci ha regalato sesprenti di luce luminosissimi e coloratissimi. Non si vedeva solo il verde ma anche il giallo, il rosso e il porpora. Erano cosi’ accesi da illuminare il paesaggio intorno e trasformare un cielo buio quasi perfetto in uno spettacolo che non avremmo mai pensato di osservare. Quella era l’aurora, quello e’ stato il momento piu’ incredibile, che ha cancellato in un colpo solo tutte le fatiche e le difficolta’. L’aurora era cosi’ brillante che era ben visibile dagli schermi delle nostre fotocamere e saturava il sensore gia’ con un paio di secondi di esposizione. Una cosa incredibile; non si sapeva dove guardare perche’ ovunque fiumi e serpenti si accendevano e si muovevano a velocita’ mai viste. L’emozione era d e’ ancora fortissima e spero che un paio di foto possano rendere l’idea, ma per capire cosa abbiamo visto e provato noi prendete queste sensazioni e moltiplicatele per 1000 o forse di piu’; cosi’ forti da lascarci a bocca aperta, di farci urlare; cosi’ forti da far sentire i -16 gradi quasi piacevoli persino senza guanti e cuffie. Questa, Signori, e’ l’aurora: una delle esperienze piu’ belle che potremo mai fare su questo straordinario pianeta.

 

AGGIORNAMENTO: ecco le straordinarie fotografie elaborate che Daniele ha inviato stamattina. Invidia pura!

 

AGGIORNAMENTO: il resoconto finale

Tornati in Italia, tiriamo le somme

Il viaggio nel grande nord è finito, siamo già tornati alla vita di tutti i giorni ma dentro di noi porteremo sempre le avventure di uno dei viaggi più intensi, improvvisati e sorprendenti che abbiamo mai fatto.

La terza e ultima notte l’aurora non si è mostrata a noi con lo straordinario spettacolo della sera precedente, ma ci ha comunque salutato degnamente, sebbene si sia fatta desiderare.

Dopo la grande tempesta della sera prima volevamo a tutti i costi chiudere in bellezza ma le previsioni meteo erano impietose. Niente di nuovo per Trosmo, ma anche in Lapponia era previsto l’arrivo di un esteso fronte perturbato che in breve avrebbe coperto tutto il cielo. Tutto questo, però, non ci ha fermato. Dopo aver trascorso una mattinata tranquilla riposandoci e ricaricando le batterie (non solo quelle delle fotocamere!), abbiamo deciso di provare comunque, perché non avevamo nulla da perdere.

Poco dopo le 15 siamo quindi partiti di nuovo verso l’entroterra Lappone, attraversando meravigliosi paesaggi innevati degni dei migliori film, percorrendo di nuovo la Northern Lights Route, quella strada lunghissima così somigliante alle sterminate e aride distese dell’entroterra americano e australiano, con la piccola differenza di essere circondata da neve e ghiaccio. Siamo così arrivati in Finlandia che il Sole era appena tramontato e le nuvole, poco dietro di noi, stavano già arrivando. Così, dopo un breve consulto, abbiamo deciso di proseguire verso est più possibile, fino a trovare un po’ di cielo libero.

Abbiamo guidato per circa un’ora e a un certo punto ci siamo accorti che il cielo era sgombro da nubi, con l’aurora che si stava già mostrando a noi. Ci siamo fermati su un’area parcheggio lungo la strada deserta e ci siamo fatti forza. Sì, perché fuori il termometro segnava -19°C, 5 gradi in meno della serata precedente che era già stata abbastanza fredda. Non c’è voluto comunque molto per convincerci a uscire. Quando il cielo è diventato verde ci siamo fiondati fuori, qualcuno (io) persino senza guanti.

Ecco di nuovo l’aurora formare un perfetto anello che attraversa il cielo dall’orizzonte nord-est fino a nord-ovest, una gigantesca autostrada di luce, molto diversa dall’esplosione di colori e dinamica della sera prima, ma sempre bella e interessante.

Il freddo pungente si faceva sentire, ma non ci ha fermato. A ogni respiro nel naso si formavano piccoli aghi di ghiaccio, il fiato congelava sulle sciarpe e sul passamontagna e le ciglia umide si incollavano se si tenevano chiuse le palpebre per qualche secondo. Può sembrare fastidioso e doloroso, ma in quel momento era un’ulteriore fonte di divertimento: chi mai avrebbe pensato che il freddo da freezer potesse generare tutti questi strani effetti?

Il meteo non ci ha concesso molto tempo; un’oretta o poco più. Ogni tanto l’aurora diventava più luminosa e riusciva a illuminare la lunga strada che si stagliava di fronte a noi e un paesaggio che senza questa fonte di luce sarebbe stato nero come la pece. Certo, perché qui l’inquinamento luminoso non esiste. Di fronte a noi nessun paese per almeno 150 km; dietro di noi il villaggio più vicino era a 80 km. Verso sud e nord nessuna mappa indicava insediamenti umani degni di nota. Eravamo nel mezzo del nulla. E se a qualcuno questo può spaventare, a noi, così appassionati del cielo e della Natura, eccitava quasi quanto l’aurora. Vedere tutto l’orizzonte nero, senza la minima traccia delle tipiche colonne di luce prodotte da città e paesi era la ciliegina sulla torta di un’altra notte da ricordare, qui nel grande nord, dove il ghiaccio è così secco da diventare un fidato compagno di viaggio, un po’ come la terra delle nostre temperate regioni.

Un’oretta, poco più; giusto il tempo per metabolizzare le emozioni della notte precedente e farci apprezzare, con calma, la straordinaria desolazione di un paesaggio mozzafiato che spesso viene illuminato di verde, una luce diffusa e delicata che non ci stancheremo mai di inseguire e ammirare.

A presto Lapponia; a presto aurora. Lo so già che ci rivedremo molte altre volte; ci vuole solo la pazienza di aspettare un’altra orbita intorno al Sole.

 

 

Un sincero Grazie a Daniele e a tutti i partecipanti alla spedizione per averci reso partecipi, virtualmente, di questa bellissima esperienza!

TS Italia

Serate pubbliche: riprendere oggetti deepsky in tempo reale

Molto spesso tengo delle serate pubbliche nelle quali mi piace mostrare in live view oggetti del profondo cielo, senza dover aspettare il tempo di acquisizione dato da una ccd “normale”. Pertanto nelle svariate prove che ho fatto mi sono trovato a prediligere le nuove camere di guida

abbinate a strumenti ai quali è possibile ridurre la focale in modo cospiquo senza tanti problemi di backfocus, ovvero i sempre attuali Schmidt-Cassegrain. Infatti ci si può abbinare un classico riduttore f/6.3 (purtroppo il meade f/3.3 non è più disponibile) oppure osare anche qualche altro riduttore più spinto, grazie al grande backfocus dello strumento e al piccolo sensore della camera.

Un esempio di riduttore economico e spinto, è il TSRED, disponibile da 31,8mm e 50,8mm, che riduce la focale di un fattore 0.5x. Quindi un f/10 diventa un f/5 e se magari ci allontaniamo un po’ con la camera, scendiamo anche di valore. La stessa cosa la possiamo fare con il riduttore f/6.3, ma tenendo conto che la distanza corretta di lavoro camera/sensore è di 85mm circa, quindi spingendosi più in fuori, possiamo avere un fattore di riduzione superiore.

Nelle mie serate, tenute spesso da centri cittadini, usando la Lodestar in particolare, con massimo 5 secondi di integrazione con un SC da 8″ o 11″ ridotto a f/5 circa, ero in grado di mostrare galassie, nebulose, etc, per la gioia del pubblico che non doveva aspettare dei lunghi tempi di acquisizione e integrazione. Ci sono in commercio delle camere analogiche molto sensibili (mintron, watec, etc), ma sinceramente dal mio punto di vista non convengono vista la sensibilità delle nuove camere di guida, dato che per usarle con il computer bisogna passare per un frame grabber, che ha dato noie a più di qualche mio cliente. 

Un esempio di configurazione: riduttore celestron f/6.3 con QHY5L-II mono

Per aumentare la distanza di lavoro camera/riduttore basta usare delle prolunghe T2 da 20 o 40mm, a seconda del fattore di riduzione richiesto.

I pezzi usati: riduttore celestron f/6.3, adattatore da filetto SC a T2 TSSC-T2S, adattatore da T2 a 31,8mm con filetto T2 lato camera TST2-1-T2L, camera QHY5L-II mono 

Attualmente uso questa configurazione su un CPC da 11″ con grande soddisfazione e devo dire che il pubblico apprezza molto il poter vedere in diretta quello che gli si sta raccontando, buona divulgazione!

L’inizio di una nuova avventura!

Quando Riccardo Cappellaro, di Teleskop Service Italia, mi invitò a usare questo spazio per dare consigli sull’osservazione e la fotografia del cielo, non me lo feci ripetere due volte perché l’idea era potente, utile e anche innovativa. Con l’avvento dei social network la frammentazione dell’informazione ha raggiunto punte mai conosciute fino a questo momento. Il risultato? Ci sono migliaia di posti in cui trovare informazioni, ma sono paradossalmente troppi e non necessariamente accurati, anzi, a volte ci si imbatte in contraddizioni che non fanno altro che rendere ancora più confuso il nostro cammino.

Nel mio blog personale mi occupo di divulgazione astronomica ma non affronto quasi mai il mondo dell’astronomia pratica, che invece offre un’opportunità più unica che rara in un ambito scientifico: trasformarsi da spettatori passivi a esploratori attivi, fare scienza, meravigliarsi dell’Universo studiandolo in prima persona, non necessariamente con l’approccio freddo e distaccato che invece compete ai professionisti. L’astronomia offre una meravigliosa opportunità di trasformarci in esploratori dell’Universo, con i nostri tempi, i nostri desideri, la nostra innata curiosità e voglia di stupirci, magari allontanandoci con un pizzico di soddisfazione dalla vita frenetica e avara di gioie di tutti i giorni. L’astronomia è conoscenza, consapevolezza, terreno fertile per tutti i nostri sogni. E’ un divertimento profondo e puro che spesso ci regala importanti lezioni di vita e di certo ci garantisce un approccio migliore ai problemi e alle situazioni di tutti i giorni.

Iniziare un cammino attraverso l’astronomia amatoriale, o proseguire inseguendo la costante voglia di migliorare, di confrontarsi, di esplorare sempre più nel profondo, non è mai facile, eppure la strada che abbiamo scelto, o che magari vorremmo solo provare a seguire, è ricchissima di soddisfazioni, di gioie, di momenti indescrivibili che solo l’Universo può regalare. Per ora, magari, è avvolta nella nebbia già alla prima curva o, per chi è un po’ più esperto, dopo un breve rettilineo che ci ha già fatto assaporare le sue meraviglie. Esperti o meno, fotografi o visualisti, alla ricerca del primo telescopio o di accessori che possano permettere di diradare la nebbia di fronte a noi, all’inseguimento di un consiglio, di uno strumento, di un luogo in cui le informazioni non siano frammentate e confuse, o solo per assaporare la passione che traspare e trasparirà dalla mia passione innata per l’osservazione del cielo, nonché la professionalità e disponibilità di tutto lo staff di Teleskop Service Italia, vi do il benvenuto in questo spazio, in questa nuova avventura che affronteremo passo passo insieme, condividendo pareri, idee, suggerimenti e consigli, proprio come si fa nella scienza vera. Perché fare astronomia amatoriale vuol dire anche e soprattutto condividere, al di là di tutte le questioni che di giorno ci dividono, il luogo più meraviglioso, sorprendente e spettacolare che potremo mai sperimentare: l’Universo intero.

Alla fine di tutta questa presentazione, forse avrete ancora una domanda: cosa troverò in pratica in questo spazio? Semplice: tutto ciò che riguarda il mondo dell’astronomia amatoriale. Ci saranno consigli sia per i neofiti che per i più esperti; ci saranno test strumentali, tecniche di osservazione, di fotografia astronomica e tutti gli eventi più importanti che avremo di fronte a noi nei mesi a venire.

 

Daniele Gasparri

Fotografia astronomica con meno di 200 euro

La fotografia astronomica è giudicata, spesso a ragione, come un hobby molto costoso e complicato, accessibile solo a chi dispone di una certa disponibilità di denaro. Per fortuna questa regola è valida solo per chi vuole fare riprese al telescopio, un campo che rappresenta una delle possibili branche di questa entusiasmante attività. In realtà il cielo è così vasto e ricco di soggetti che non è necessario per forza di cose un telescopio super corretto e sorretto da una solida montatura equatoriale per effettuare scatti spettacolari.

La fotografia a grande campo di soggetti estesi come costellazioni, la Via Lattea, alcune galassie, ammassi aperti o fenomeni come la luce zodiacale e le aurore polari, a volte è più spettacolare delle riprese al telescopio e di certo permette di catturare eventi e fenomeni che nessuno strumento astronomico ci potrà mai regalare a causa del piccolo campo disponibile. A torto ritenuta la parente povera della fotografia astronomica, in questi ultimi anni la fotografia a grande campo si è guadagnata lo status di branca indipendente, e spettacolare, dell’astronomia.

Il mercato attuale prevede molte soluzioni in grado soddisfare sia chi è già esperto che i neofiti. Gli astroinseguitori, come lo Star Adventurer, sono accessori versatili, leggeri, precisi e tecnologicamente in grado di soddisfare le più disparate esigenze, come la creazione di spettacolari filmati time-lapse e la possibilità di essere montati su qualsiasi treppiede fotografico. Se abbiamo a disposizione la cifra richiesta per l’acquisto di un buon astroinseguitore e la nostra passione è già consolidata, allora non c’è niente di meglio per accompagnarci alla ricerca degli spettacoli e dei cieli più scuri del mondo, comodamente sistemato in un comodo zaino da portare ovunque.

Se invece siamo alle prime armi e non abbiamo a disposizione il denaro richiesto per l’acquisto di uno strumento che rappresenta il meglio per quanto riguarda le foto a grande campo, possiamo rinunciare a qualche comodità tecnologica, senza però dover rinviare la nostra voglia di fotografia astronomica. Alla fine, infatti, per fare fotografia a grande campo del cielo serve solo una cosa, oltre al cielo scuro: una piccola montatura che controbilanci il movimento della Terra e ci permetta di avere stelle puntiformi.

La soluzione più economica per fare fotografia a largo e medio campo (oltre alla reflex, che dobbiamo già avere!) è rappresentata proprio da una piccola montatura equatoriale motorizzata, magari semi-sconosciuta o sottovalutata, ma che nel silenzio generale fa il suo dovere senza troppi problemi. La EQ2 Astrofoto è un gioiellino che per il prezzo di vendita, minore di 200 euro, non ha eguali. Dotata già di un robusto treppiede e di tutti gli accessori per collegare sia una reflex che un piccolo telescopio, viene fornita con il motore in ascensione retta e una pulsantiera, il tutto alimentato a batterie.

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La EQ2 astrofoto è la montatura equatoriale motorizzata più economica per effettuare con successo fotografie a largo campo e lunga posa.

Ho utilizzato con successo questa configurazione per i miei viaggi intorno al mondo, dal deserto australiano alla tundra della Lapponia, passando per i cieli montani di mezza Italia. Una volta stazionata a dovere, con un po’ di pratica per sopperire alla mancanza del cannocchiale polare, il pacco batterie garantisce più di dieci notti di funzionamento e l’inseguimento è sufficientemente preciso per effettuare pose di durata illumitata fino a obiettivi da 20 mm di focale. Con obiettivi dell’ordine dei 55 mm si può arrivare a 10 minuti senza mosso. Addirittura, se ci colleghiamo un piccolo rifrattore da 60-70 mm f5-7 può garantire pose inseguite anche fino a un minuto di esposizione. Non sembra tanto, ma può consentire di ottenere risultati di tutto rispetto anche su soggetti telescopici, come la nebulosa di Orione, la Rosetta, la Testa di Cavallo, la Laguna e molti altri angolarmente estesi, il tutto senza utilizzare un’autoguida, senza cavi e senza disporre di corrente elettrica.

La EQ2 Astrofoto non sarà di certo la raffinata soluzione adottata dai moderni astroinseguitori, non ha un cannocchiale polare, è un po’ delicata, non può fare autoguida e non possiede elettronica, ma per iniziare a divertirsi e fare la necessaria pratica non ha eguali. E con meno di 200 euro siamo pronti per fare spettacolari scatti al cielo; perché l’importante, in molte cose della vita, è non permettere alla mancanza di denaro di fermare i nostri inestimabili sogni.

Orione ripreso con un obiettivo da 16 mm f2.8 dall’Australia su montatura EQ2 Astrofoto. 4 pose da 5 minuti.

Orione ripreso con un obiettivo da 16 mm f2.8 dall’Australia su montatura EQ2 Astrofoto. 4 pose da 5 minuti.

 

La grande nube di Magellano ripresa con un obiettivo da 85 mm f1.2. 22 scatti da 2 minuti.

La grande nube di Magellano ripresa con un obiettivo da 85 mm f1.2. 22 scatti da 2 minuti.

 

Al limite delle potenzialità della montatura EQ2 Astrofoto: la nebulosa Testa di Cavallo ripresa con un rifrattore acromatico 80 mm F400 mm. 167 pose da 30 secondi.

Al limite delle potenzialità della montatura EQ2 Astrofoto: la nebulosa Testa di Cavallo ripresa con un rifrattore acromatico 80 mm F400 mm. 167 pose da 30 secondi.